FAND-DAY Giornata delle Associazioni aderenti alla FAND
Roma, 10 novembre 2010
IL TAGLIO FINANZIARIO
che mette le politiche sociali a rischio con l'80% di risorse in meno,
l'inclusione delle vittime di terrorismo e di criminalità organizzata
nell'aliquota del 7% di posti riservati al collocamento delle persone disabili,
l'ipotesi di istituzione di un ticket per la riabilitazione che grava sulle
famiglie dei disabili, le visite mediche per accertare la disabilità che
avvengono anche laddove la patologia non è suscettibile di miglioramento. Sono
queste le criticità emerse nel primo "Fand day", la giornata organizzata a Roma
dalla Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (Anmic,
Anmil, Ens, Uic, Unms e Anglat), per illustrare una piattaforma
rivendicativa globale e dare visibilità ai problemi vissuti ogni giorno dai
disabili. «Vogliamo che le risorse vengano ottimizzate e venga chiesto conto a
chi le ha utilizzate - ha detto Giovanni Pagano, presidente Fand e Anmic -.
Dietro il paravento mediatico della lotta ai falsi invalidi si rischia
paradossalmente di giustificare i tagli indiscriminati alla spesa sociale e di
punire solo i cittadini onesti».
«INVALIDO CONSIDERATO UN PESO» - Pagano ha ricordato i temi più
urgenti: «Non riusciamo ad uscire dal vicolo stretto della questione lavoro né
dal problema con le commissioni di verifica dell'Inps sulle invalidità: non
possiamo negare quali tragedie vivono gli invalidi civili che vengono sottoposti
a visita medica per accertare se hanno ancora i requisiti per il trattamento
economico che spetta loro. Non possiamo accettare che vengano rispettate le
leggi». Pagano ha parlato di «accanimento, in alcuni casi, verso gli invalidi» e
ha ricordato di aver chiesto un incontro con l'Inps per verificare gli impegni
assunti e le disposizioni contenute nei provvedimenti amministrativi e nelle
circolari. Un altro incontro si è svolto martedì sul tema del lavoro, con una
delegazione di Fand e Fish (l'altra federazione più rappresentativa) ricevuta
dai tecnici del Ministero del Lavoro per verificare l'applicazione della legge
68/99 e la necessità di eventuali modifiche. «Per quanto riguarda il lavoro dei
disabili - dice Pagano - siamo ancora in alto mare: ci sono un gran numero di
disoccupati e persistono forti pregiudizi: l'invalido è ancora considerato un
peso». Secondo Pagano «è necessario un intervento del governo, non per obbligare
i datori di lavoro ad assumere ma perché ci sia un reale scambio di
possibilità». Sulla stessa linea l'intervento del presidente dell'Unione ciechi
e ipovedenti Tommaso Daniele, secondo il quale per giungere a dei risultati non
basta più «evocare la crisi ma è necessario un progetto organico sulla
disabilità che manca ancora nel nostro Paese». Secondo Daniele «il peggio deve
ancora venire», anche perché l'Europa potrebbe chiedere nuovi sacrifici e il
governo potrebbe operare nuovi tagli. Il tutto in un contesto generale in cui fa
passi avanti la mentalità nuova che porta «a mettere le mani nelle tasche dei
disabili» e ad «attingere alle ricchezze dei disabili» per risolvere alcuni
problemi finanziari.
PROPOSTE POLITICHE - Diverse le proposte giunte dalla politica durante la giornata. Lorenzo Malagola, segretario del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ha annunciato che il 2 dicembre il governo convocherà l'Osservatorio nazionale della disabilità. Francesca Martini, sottosegretario al Ministero della Salute, ha espresso la necessità di rendere accessibili gli studi dei medici di famiglia e gli ambulatori ginecologici alle donne disabili. Luciana Pedoto (Pd) proporrà a Bersani la costituzione di un'assemblea nazionale dedicata alle problematiche della disabilità. Un intergruppo parlamentare trasversale, tra maggioranza e opposizione, che si occupi dei diritti dei diversamente abili è infine la proposta di Rocco Buttiglione dell'Udc.
In rappresentanza della Sezione UNMS di Bergamo era presente il Presidente Cav. Claudio Drago.